Storie di successo: Come nasce Nutella.

(Pietro Ferrero e poi Michele Ferrero ).

 

Pietro Ferrero è nato nel 1894 a Farigliano, un tranquillo paesino in provincia di Cuneo, Italia.


La sua famiglia conduceva una vita modesta, sostenendosi grazie alla coltivazione di prodotti agricoli su un piccolo appezzamento di terra che era stato tramandato per generazioni.


Pietro Ferrero non desiderava seguire le orme del padre e del nonno, diventando un semplice contadino, né intendeva vivere una vita di fatica appena sufficiente a sopravvivere.


Pertanto, subito dopo aver completato la scuola elementare, prese una decisione audace: si trasferì a Dogliani, un comune nei dintorni di Cuneo. Qui iniziò a lavorare come garzone e intraprese un periodo di apprendistato per diventare pasticcere.


Dopo circa un decennio di duro lavoro e apprendimento, nel 1923, tentò di aprire la sua prima pasticceria a Dogliani. Purtroppo, questa prima avventura si concluse con un fallimento.


Tuttavia, la sfortuna di Pietro Ferrero lo condusse a un incontro fondamentale nella sua vita. Mentre lavorava a Dogliani, incontrò Piera Cillario, e per entrambi fu amore a prima vista.


Nel 1924, si sposarono, e solo un anno dopo diedero il benvenuto al loro unico figlio, Michele, nato nel 1925 (che in seguito avrebbe dato vita alla Nutella).


Nel 1926, la coppia decise di trasferirsi ad Alba, un pittoresco paesino nelle vicinanze. Qui, Pietro Ferrero iniziò a lavorare nella pasticceria di un parente di Piera.


Gli anni passavano, ma la sua insoddisfazione per una vita di ordinaria routine non svanì mai. Nel 1934, decise di intraprendere un’altra sfida aprendo una pasticceria a Torino.


Questa pasticceria era più di un semplice negozio di dolci. All’epoca, erano dei veri e propri empori alimentari che vendevano dolciumi, confetti, liquori e altre delizie per le festività. Anche questa impresa, tuttavia, subì un fallimento quasi immediato.


Tuttavia, Pietro Ferrero non si arrese. Nel 1938, aprì un’altra pasticceria, questa volta ad Asmara, in Eritrea. Secondo alcune fonti, qui produceva panettoni per l’esercito e per gli italiani residenti nella colonia. 


Ma nel 1940, spaventato dall’inasprirsi della guerra, decise di abbandonare il progetto e fare ritorno in Italia. Al suo ritorno, trovò un’Italia molto diversa rispetto a quando era partito.


Non solo la Seconda Guerra Mondiale aveva gettato il paese nell’incertezza, ma anche la sua famiglia aveva subito dei cambiamenti. Dopo il 1940, il controllo della pasticceria di Alba, dove Pietro Ferrero aveva iniziato a lavorare nel 1926, passò nelle mani di sua moglie Piera.


Così, insieme decisero di aprire un laboratorio di pasticceria e di suddividersi i compiti: lui si dedicò alla creazione di nuove ricette per dolci, mentre Piera gestì il negozio. Questo laboratorio di pasticceria ad Alba fu il nucleo da cui nacque l’azienda Ferrero.


Nel 1945, finalmente, aprirono un punto vendita anche a Torino. Tuttavia, la svolta vera arrivò con il lancio del Gianduiotto sul mercato. Il Gianduiotto, ideato da Pietro Ferrero, era una variante della classica gianduia piemontese, un composto a base di cacao e nocciole. 


Poiché la guerra aveva reso il cacao molto costoso e difficile da ottenere, Pietro Ferrero ridusse l’uso del cacao, preferendo invece le nocciole, un ingrediente abbondante e a basso costo nella provincia di Cuneo. In poco tempo, la domanda per il suo prodotto crebbe rapidamente, iniziando a venderlo all’ingrosso.


Qui nacque la Ferrero come impresa individuale, con Pietro nel ruolo di amministratore unico. Ed è in questo momento che inizia davvero la storia dell’azienda Ferrero. 


Sempre più persone desideravano il dolce creato da Pietro Ferrero. Nel dicembre del 1946, con l’aumento della domanda, raggiunse la produzione mensile di mille quintali.


A quel punto, il fratello di Pietro, Giovanni, si unì all’azienda per gestire le nuove e inaspettate sfide logistiche. 


Giovanni organizzò una rete di macchinari, furgoni e camion per migliorare la distribuzione e potenziare la vendita all’ingrosso. Tutto sembrò procedere per il meglio, ma Pietro Ferrero morì per un infarto nel 1949, all’età di 51 anni.


Il tempo di lasciare un’ultima invenzione che sarebbe stata presto lanciata: la Supercrema – “Crema Alba”. Si trattava di una versione spalmabile del Gianduiotto e può essere considerata l’antenata della Nutella. La ricetta della Nutella sarebbe stata molto simile a quella della Supercrema.


Nel 1950, dopo la morte di Pietro, la Ferrero fu trasformata da un’impresa individuale in una società per azioni. Anche Michele Ferrero, il figlio di Pietro e Piera, entrò a far parte dell’azienda in qualità di amministratore e di fatto prese il posto del padre.


Si concentrò principalmente sulla gestione della produzione e sulla creazione di nuovi prodotti. Michele era simile a suo padre Pietro e aveva anche l’abilità organizzativa di suo zio Giovanni.


Questo fu l’inizio di ciò che sarebbe diventata una vera e propria dinastia nell’ambito delle imprese italiane ed europee. 


Nel 1950, il fatturato annuale dell’azienda aveva raggiunto i 500 milioni di lire, che, considerando anche l’inflazione, sarebbero equivalenti a circa 10 milioni di euro oggi.


Con nuovi capitali a disposizione, potenziarono la produzione e avviarono importanti campagne di marketing. Nel 1953, Michele Ferrero lanciò le barrette Sultanino e il cioccolatino Crema Block. Il numero dei dipendenti aumentò fino a circa 300 persone. 


Nel frattempo, grazie a brillanti strategie promozionali, l’azienda conquistò rapidamente il mercato nazionale.


Nel 1956, l’azienda aprì uno stabilimento in Germania, diventando così una delle prime aziende dolciarie al mondo a espandersi con successo nel mercato internazionale. 


In occasione di questa espansione, Michele Ferrero annunciò il lancio dei Misseri, cioccolatini ripieni di liquore alla ciliegia, progettati principalmente per il mercato tedesco. Nel 1959 fu fondata una divisione della Ferrero anche in Francia.


Nel 1957, purtroppo, morì Giovanni Ferrero, lo zio di Michele, e Michele assunse ufficialmente il ruolo di amministratore delegato dell’azienda, mentre sua madre, Piera, mantenne la carica di presidente.


Dopo i successi in Germania e Francia, le nuove divisioni in altri paesi europei emersero rapidamente. La Ferrero lanciò numerosi nuovi prodotti, tra cui i celebri Ferrero Rocher, cioccolatini confezionati in eleganti scatole dorate che ottennero un grande successo. 


Secondo il Reputation Institute di New York, il marchio Ferrero è uno dei più noti e apprezzati al mondo.


Nel 2017, Giovanni Ferrero lasciò il ruolo di CEO, segnando la prima volta nella storia dell’azienda in cui questo ruolo fu ricoperto da qualcuno esterno alla famiglia, rappresentando una piccola rivoluzione. 


Giovanni, prima di passare la guida, lanciò l’ultimo progetto: i Nutella B-Ready, che subito conquistarono le masse. Da Pietro a Michele, e poi a Pietro e Giovanni, i Ferrero sono sempre riusciti a sorprendere tutti, anche se ora hanno un’azienda che li supporta in modo molto più solido.

 

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Un abbraccio, Ale.

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