Estratto

 

Titolo: Un’altra chance. 

 

Autore: Ale Fiorenzano 

 

L’unico saggio che unisce vita alle opportunità di lavoro. 

 

Dedica: Dedicato a coloro che credono in qualcosa di diverso e sentono di dare di più ma non sanno da dove iniziare. 

Credevo di farcela e invece: boom!

 

È quasi mattina, decido di fermarmi per l’ultimo caffè prima di tornare a casa. Lo ammetto, in questo periodo confondo la notte con il giorno, dormendo veramente molto poco. 

Non riesco a stare fermo e casa è sempre più vuota. Decido allora di uscire per non ascoltare quell’assordante silenzio attorno a me. 

 

Questa serata, come altre ultimamente, l’ho trascorsa in un noto locale di Roma di grande stile. 

Ora però, mi fermo al solito bar che in questo periodo sta accompagnando ogni mio rientro. 

 

Questo posto mi ricorda quanto la mia vita sia cambiata e mi ha spesso aiutato a riempire le mie notti insonni. C’è un posto libero e mi siedo 5 minuti mentre altri ragazzi, anche loro provenienti dalla movida romana, ridono ancora su qualche episodio. 

 

Il caffè arriva e intanto mi riaffiorano alla mente tutti i ricordi che ho legati a questo posto, un punto di rientro nel quale, ancora una volta, mi ritrovo quando è quasi mattina. 

Penso alla mia vita e a dove sarei dovuto essere ora.

 

Non ricordo neanche più come tutto sia cominciato ma è andata come andata ed ora va bene così. 

Adesso porto avanti un nuovo pensiero, con una nuova immagine di me. 

Sento che mi sto preparando a qualcosa di diverso, percepisco quella sensazione di entrare in una dimensione sconosciuta, mentre organizzo da capo i miei prossimi anni. 

 

Mi chiedo quando rallenterà questa pressione interiore che non smette mai di spingere. 

Non avere più la quotidiana occasione di stringere i piccoli piedi di mia figlia durante la notte rende ogni mio nervo scoperto e mi manda fuori controllo. 

Cerco di non pensare e finisco il mio caffè. 

 

Eppure è lì, nella mia testa, come un chiodo fisso e non riesco ad allontanarlo. 

Risalgo in macchina, sono a solo 2 chilometri da casa e scelgo una traccia musicale che faccia da colonna sonora a questa notte infinita. 

 

Sento ancora sulla camicia gli odori di una serata in classico stile locale. 

Solita gente e stesse facce che nascondono una felicità intermittente. 

Lascio i ragazzi tra risate, sigarette e spintoni, ricordandomi che quando avevo la loro età era tutto diverso e un pallone era il nostro show. 

 

La temperatura è un po’ bassa ma è perfetta per un’ottima dormita. 

Mentre cambio marcia alzo il volume per assaporare quella strana libertà. 

La musica ti entra nei tessuti, sopratutto quando ascolti i Pink Floyd: non ti basta un comune impianto audio, vorresti essere lì, in un concerto live. 

Metto la terza e pizzico sul gas per dare un po’ di sfogo alle mie tre patenti. 

Curva a sinistra e, in una frazione di secondo, noto con la coda dell’occhio un velo d’acqua di uno strano colore incontrare l’asfalto. 

 

Ma è troppo tardi per capire meglio cosa sia. 

Di colpo l’inferno. 

Perdo aderenza sul posteriore sinistro e inizio a ruotare in preda a una forte vibrazione, come fossi in una curva di sterrato. 

“Cavolo! Sto andando in testa coda!” 

 

In traiettoria, vedo davanti a me e in corsia opposta il lampione pronto ad aspettarmi. 

Reagisco d’istinto, tocco il gas e vado di sterzo mentre tutto diventa più strano, fra il suono della gomma e le forti vibrazioni della macchina. 

Riprendo aderenza, anche troppo, fino a girare di colpo sul lato opposto. 

Accade tutto così velocemente che non ho il tempo di addrizzare nuovamente la corsa. 

Stavolta c’è un bel muro ad aspettarmi.

 

Ricordo ogni singolo istante, ogni singolo odore e suono ma soprattutto, l’ultima immagine nella mia testa, mia figlia. Perché davanti a un muro la cosa si fa seria. Tengo lo sterzo con una mano e con l’altra mi compro la faccia e mi preparo all’impatto. 

La mia mente si predispone agli effetti di un danno del genere, perfino simulando alcune sensazioni di dolore, mentre un’altra parte di me è già pronta a cancellare questa piccola ed ultima parte della mia vita.  Boom!

 

Apro gli occhi. In quell’istante non so neanche se crederci o no, ma, ginocchio a parte, non mi sono fatto nulla. 

La macchina mi ha protetto da tutto. L’odore degli esplosivi dell’airbag ricordava quelli della notte di Capodanno. Nel guardare tutto in diretta nella corsia opposta, per fortuna, c’era una pattuglia di Carabinieri. Avevano assistito a tutta la dinamica. 

Una fortuna non averli colpiti.

 

Nella concitata situazione scende anche il proprietario del muro e dell’abitazione confinante, che mi dice che sono il sesto a impattare li. 

Mi chiedo se prenderla come una frase positiva o meno. In ogni caso, fu tutta colpa mia. 

Per mia fortuna in quella strada e in quel momento non c’era nessuno e sono qui a scrivere queste parole. Sono stato uno stupido a sottovalutare il periodo delle prime gelate. 

 

Eppure, parte di me in quel periodo cercava il limite in ogni cosa, un qualcosa che mi desse una scossa. 

E proprio in quella situazione l’avevo trovata.

In quel periodo ero in una fase di ripartenza e non nego che l’incidente fu come togliermi di dosso un grande peso che gravava pieno di sensazioni negative. In quel preciso momento feci il punto della situazione: da lì, tutta la mia vita avrebbe dovuto prendere una piega diversa. 

 

Ma dovevo riorganizzare ogni cosa, cambiare la mia persona e prepararmi alla versione migliore che avrei tanto voluto diventare. 

Leggere diventò il mio nuovo compagno di serate a casa, spesso aiutandomi a trattenere l’adrenalina di uscire per placare quell’assordante noia. 

Ogni giorno cercavo stimoli e nuovi pensieri per imboccare un’altra rotta e andare verso obiettivi diversi. Gli stessi che ancora oggi mi tengono legato qui. 

 

A volte cambiano la loro forma e la loro lunghezza, ma so riconoscerli e so che sono gli stessi che tutti i giorni mi danno la voglia di alzarmi in qualsiasi momento. 

Da quel giorno molte cose sono cambiate, io sono cambiato e sono sempre più convinto che tutti possiamo rinascere ancora una volta se lo vogliamo. 

 

Possiamo decidere cosa fare del nostro futuro e non occorre trovare spunto da qualcosa di estremo, anzi, il gioco è molto più facile se si parte con anticipo. 

Non restando a guardare ma seguendo una nuova bussola

 

Perché un “contorto” non può scrivere un libro di marketing.

 

 La differenza fra l’ottenere qualcosa e il mancare i propri obiettivi è spiegata all’interno di questo libro, che racconta di un percorso verso la conquista del proprio tempo e verso la realizzazione di un business efficace.
Leggerlo ti sarà utile per fare della tua vita un presente interessante e renderla finalmente qualcosa di straordinario.


L’idea di questo mio manuale-saggio ha preso forma quando, nel pieno di una notte e in pochi attimi, ho deciso di buttare giù le migliaia di parole che avevo in testa.
Un canovaccio che utilizzerò qui per condividere un percorso differente da quelli che già conosci.
Tra fatiche, dubbi e incertezze, ho deciso finalmente di fare la mia parte, mettendomi in discussione ancora una volta, e di dimostrarti che, in fondo, anche un “contorto”
può scrivere un libro interessante.


Lascia che mi presenti: sono Ale, ma questo non è il mio vero nome. 

È solo l’abbreviazione di un nome che non riflette più la mia persona.
Ho imparato, col tempo, a non soffermarmi più su queste formalità.
Quando vengo chiamato con il mio vecchio nome, faccio finta di non sentire.
Solo ai miei parenti è consentito. Chi mi chiama alla vecchia maniera fa parte di ciò che ero prima.


Quando accade mi blocco per qualche istante, per poi rientrare nella giusta direzione.
Oggi sono diverso e guardo dove in pochi osano guardare, dirigendomi un passo alla volta verso la mia e personale libertà.
Il tutto, attraversando momenti di stanchezza e tentando di rallentare un treno in corsa contro il tempo, vista la mia età.


Ho quarant’anni e a quest’età si comincia a ristringere
il campo visivo. Questo mi fa sentire ancora più incentivato a elevare i miei standard per affrontare questa nuova economia di mercato da leader.
Sento di essere in ritardo e questo per me ha un prezzo fisico, ma se questo è il costo da pagare nel mondo digitale, io ci sto.


Quando ho fondato Adattiva, immaginavo che ci sarebbero stati alcuni momenti no, ma non credevo che sarebbero stati così difficili. Vado per la mia strada e sono
spesso da solo, ma arriverò, e spero che anche tu sia nella giusta direzione per ciò che desideri.


Perché vale la pena di passare tutto questo, anche solo per sentirci vivi come pochi altri riescono. Alcune cose, purtroppo, vanno vissute in solitudine, perché non tutti
sono disposti a mettersi in gioco per scoprire la nuda verità che c’è dietro il fare qualcosa di diverso.


Ad ogni modo, durante il tragitto troverai altri viaggiatori inaspettati che ti aiuteranno a fare le giuste scelte.
A me basterebbe che questo testo ti facesse avanzare un po’, anche solo di 21 centimetri, per aprirti a qualcosa di migliore.
Sono giorni che resto chiuso guardando dalla finestra mentre lavoro, da solo, pensando al mio prossimo obiettivo. Guardo all’orizzonte, mentre tutto fuori è li a chiamarmi per farmi tornare indietro.


Nonostante questo, cerco di concentrarmi per mettere giù le parole giuste per te.
Ho deciso di prendere in mano la mia vita solo pochi anni fa e posso dire di aver fatto la scelta migliore.
Sono solo con uno zaino, un laptop e un telefono ad accompagnarmi in questo lungo viaggio e porto avanti ogni mio progetto solo grazie a loro.

Per molti un computer è solo un computer; per me, è un compagno affidabile senza il quale, forse, non avrei mai iniziato questo percorso.

Sono passati molti anni e ricordo bene quell’istante e quella prima sensazione di scegliere come iniziare.
Arrivò tutto come un forte ceffone a ricordarmi di non smettere mai di sognare.
Ehi! Ale, ma che fai?
Ma non è di un sogno che ti parlerò: ti spiegherò come tirarlo su in modo pratico e concreto, per aiutarti a creare qualcosa di tuo.

Questo libro arriva in un momento inaspettato ma spero, con questo testo, di darti ogni spunto utile per spingerti più avanti di dove sei ora.

 

“Il primo passo ti toglie da dove sei”


Ho passato intere nottate a scrivere commettendo errori di ortografia o confondendo interi testi per la stanchezza. Molte volte mi sono svegliato durante la notte per continuare un lavoro sospeso e, tra la vista appannata e il sonno, ho finito per sbagliare tutto.

È tutto qui, e chiedo scusa a chi, qualche volta, avrò inviato una qualche email scritta male: questo è il motivo. Chiedo scusa a mia figlia che mi vedeva a lavoro mentre lei si addormentava sul mio petto, quando cercavo di proteggerla dalla luce dello schermo facendo finta che fosse la Luna.


Spesso ho avuto paura di addormentarmi, mentre cercavo di non far cadere il computer a terra. Ho imparato a saltellare tra i tasti con la mano opposta, mentre con la destra la accarezzavo per farla addormentare.


Non potrò mai dimenticare tutto questo: qui, ho trovato uno dei miei motivi per trasformare un’energia di rabbia in qualcosa di produttivo.
Porterò sempre con me i tanti stanchi ricordi che resteranno nascosti in ogni singola riga del mio percorso.


A tal proposito, sto assumendo un diverso atteggiamento nell’affrontare le situazioni e voglio condividere con te la mia esperienza.
Per alcuni aspetti potrebbe apparirti strano ma sappi che funziona.

Ho imparato a convogliare tutte le mie energie dentro a un unico percorso, anche e soprattutto quelle che non provengono da emozioni positive, ma da arrabbiature o
situazioni negative.
Tempo fa queste rappresentavano un problema per me, creandomi una sorta di contrazione emotiva che bloccava i miei intenti e i miei progetti per giorni interi.


Oggi, come per magia, assumo un atteggiamento del tutto inverso. Soprattutto in quelle giornate in cui senti di non riuscire e di essere lontano dall’offrire il massimo per la
tua causa.


Quando lasci che le idee confuse ti facciano divagare senza più una meta. Sarà proprio in quei momenti che dovrai utilizzare la tua bussola per mantenere la rotta.
Qui avviene qualcosa di particolare.

Sentirai che qualcosa ti starà tirando indietro come un
elastico, e tu dovrai spingere più forte perché starai per entrare nello step successivo.
Riconosci questi momenti quando una sensazione di smarrimento e di disagio emotivo ti pervade. Quando la mente tenderà a rifugiarsi, tornando indietro al suo punto di partenza.
Tirare l’elastico è ciò che ti permetterà invece di andare avanti ed entrare nella fase successiva.
Ogni volta che succede tutto questo, io attacco.

Attacco negli spazi vuoti e non permetto a niente e nessuno di farmi indietreggiare.
Vuoi sapere come lo faccio? Migliorandomi.
Quando vivo queste fasi cerco di riempire il mio tempo con la formazione, perché so già che queste giornate hanno bisogno di tempo per risolversi.
Prima divagavo perdendo tempo prezioso in cose che pensavo fossero un buon aiuto.
Poi ho scoperto che cambiando il mio modo di reagire ai problemi acquisivo maggiore sicurezza e quindi convinzione. Attaccare è la soluzione migliore nei momenti di
regressione mentale, per evitare di tornare sempre al punto di partenza restando fermi dove si è. Non permetterlo. 

 

 

Come sono arrivato a parlare di marketing?


Tutto inizia con il mio vecchio lavoro, dal quale nasce il vero marketing: i mercatini rionali.
Ricordo che, quando ero piccolo, le piccole attività di famiglia erano una forza totale nel vendere le cose. Io stesso ero un grande conquistatore degli anziani che a mio padre riportavano sempre frasi di elogio nei miei confronti. Questo oggi non esiste più: gli elogi sono stati sostituiti da un semplice ciao accennato dopo aver pagato.

Non sono uno di quelli che vive di ricordi e non ho rimpianti perché progetto il mio futuro, ma è vero che alcune cose del nostro passato lasciano il segno.
Non smetterò mai di pensare a come un umile e semplice lavoro potesse avere prestazioni così elevate. Mi manca?

No, per niente, anche se a volte una certa praticità serve. Quello dei mercatini è un lavoro molto faticoso e vedo che, purtroppo, in questi ultimi anni ha subito un grave
abbandono. Eppure, sono convinto che tornerà.

Accadrà per due principali motivi:
1) per un spontaneo ciclo degli eventi;
2) con Ambuweb.

 

Ambuweb è uno dei progetti che ho lanciato su scala nazionale e con il quale vado a modellare in chiave microtradizionale il marketing e le varie strategie moderne.
Sentivo di dover dedicare parte della mia rinascita a questa nobile categoria e sto così cercando di proteggere il patrimonio italiano fondato sulla micro impresa tradizionale.
Gli imprenditori tradizionali.

Siamo il paese con la più alta percentuale di patrimonio culturale al mondo. Così tanta bellezza in un territorio così piccolo, chiamato Italia.
Abbiamo il sole, il mare, paesaggi spettacolari e tutte le materie prime necessarie per essere indipendenti. Eppure, siamo ancora qui, indecisi su cosa farne di questa ricchezza. Anche questo è uno dei motivi per i quali mi sono totalmente dedicato al marketing.
Il mio obiettivo è aiutare coloro che, come me, vorrebbero costruire qualcosa di importante per le loro vite e per quelle degli altri ma non sanno come fare.
Quando mi chiedono se faccia tutto questo per me o no, la mia risposta è sempre sì.
Anche se, in fondo, so quanto io sia influenzato dalla voglia di trasformare tutto in qualcosa di migliore. Desideri di vita, sogni e progetti mai realizzati e tutti
quei business che, a loro insaputa, potrebbero aiutare a loro volta tantissime persone.

Ci tengo a precisare una cosa: quando affermo che “chiunque oggi ha la possibilità di lavorare a ciò che desidera”, non riferisco a passioni banali o al bisogno di attirare l’attenzione degli altri. Parlo, invece, di un lavoro che potresti fare con grande
passione. In più, non mi sono mai spiegato perché un sogno debba essere visto come qualcosa di negativo o superficiale, spesso livellato a un pensiero inutile e immaturo, come fosse un gioco.

Spesso i sogni richiedono invece energie incredibili per trasformarsi in realtà, più di quante non ne richiedano le comuni difficoltà.

Quindi, che tu abbia un desiderio, un’attitudine non compresa, una specifica capacità o un’ottima competenza o che tu abbia già avviato un business, puoi veicolare tutto ciò in qualcosa di estremamente interessante.

E non lasciarti trattenere da chi non sa neanche dove stia andando.
Mi permetto di suggerirti, a tal proposito, un consiglio che sperimento ogni giorno sulla mia pelle: proteggi i tuoi pensieri e la tua mente dalle persone e da un mondo che
vuole conformarti solo per farti diventare l’ennesimo numero.

 

 

 

“Se non lo vedi non è detto che non esista”

Parlarti di marketing in Adattiva, per me, è come dirti: metti la freccia e tieniti pronto per sorpassare. Sarà quindi mio compito portare avanti questo onorato lavoro.
Ho deciso di dedicare questo testo ai 7 principi del marketing Adattiva, principi con i quali si mettono in moto le strategie di business.
In queste stesse strategie veniamo coinvolti quotidianamente anche noi, prima di arrivare

a comprare qualsiasi cosa. Sono principi semplici ma, al contempo, estremamente complessi nel loro funzionamento, quindi non lasciarteli scappare.

Sono a tratti invisibili e a tratti prepotenti, ma ognuno di essi muove l’ingranaggio successivo.
Mi dispiace avvisarti che qui non troverai suggerimenti su come farti dei selfie mezzi nudi, ma troverai indicazioni utili su come utilizzare le piattaforme con la finalità di
monetizzare.
Quando mi sono avvicinato al marketing online in versione avanzata, vedevo chiunque distante chilometri da me e pensavo che non avrei mai imparato tanto quanto loro.

Poi, come per tutte le cose, la mente si è allenata da sé, fino a permettermi di oltrepassare molti di quelli che mi sembravano lontani.

Non nego che, per via della mia storia personale nella quale ho accumulato esperienza nel gestire diversi punti vendita offline, sono riuscito a generare delle combinazioni interessanti ed esclusive.


Per questo mi permetto di essere diverso dagli altri.
L’esperienza offline rimane intrinseca in ogni mia azione e mi permette di concretizzare al meglio cose che per altri sono solo digitali. Prepararsi alla nuova economia di mercato è qualcosa che deve interessare ogni business, eppure mi accorgo di quanto sia difficile, per alcune persone, riuscire a vedere il quadro per intero.

La bellezza della vita è nel naturale ciclo degli eventi e su questo non possiamo farci assolutamente nulla. Quelli che non accettano l’adattamento al cambiamento
verranno, ahimè, spazzati via insieme a ogni tipo di resistenza, come successe anche a me.
Da qui, lo spunto per il nome Adattiva: “adattamento“.

La maggiore difficoltà, per quelli della mia età, è spiegare agli altri come qualcosa di innovativo, di rivoluzionario e senza precedenti storici stia fortemente impattando e
continuamente trasformando qualsiasi business in qualcosa di diverso.

Grazie alla conoscenza del marketing online è possibile
accelerare qualcosa di sconosciuto in qualcosa all’ennesima potenza. Per non parlare della gestione facilitata e dell’automatizzazione di qualsiasi processo, come catturare
clienti o prepararli alla vendita.
Non vorrei che questo passaggio passasse come cosa facile, ma è realmente possibile fare tutto ciò.


Qui, ti racconterò i 7 principi del marketing Adattiva con i quali tu stesso potrai direttamente mettere in pratica una versione performante del business.
Una volta presa confidenza con la macchina e allineato il tiro, dovrai solo capire perché non l’hai fatto prima.

 

Il marketing è in ogni cosa, anche quando
facciamo la spesa al supermercato.


Un vecchio amico un giorno mi disse: «Perché non scrivi un libro e non metti nero su bianco tutto quello che sai?
Le stesse cose che racconti a me quando ci incontriamo!». Beh!
Qualcuno lo avvisi, perché è proprio quello che sto facendo ora. Credo sia arrivato il momento di lasciare il mio piccolo puntino nel mondo per parlare finalmente di
marketing allo stato puro.


Apriremo subito le danze con il primo dei principi del marketing Adattiva per rispondere, in un colpo solo, ai centinaia di business che ogni giorno cercano risposte
altrove. Inoltre, useremo in modo funzionale paradigmi e pratiche di marketing online che, in alcuni casi, andranno a miscelarsi con le corrette sfumature del business offline.

All’inizio, per motivi che poi ti andrò a spiegare, ero indeciso su come poter inscatolare la metodologia online all’interno di un libro.

Soprattutto, perché ritengo che i processi online siano
troppo veloci per essere archiviati in una metodologia tradizionale come lo studio cartaceo.
L’espressione del mondo online è solo online.
Internet è troppo veloce e non aspetta nessuno se si è troppo lenti a imparare.

Per questo, credo sia un errore pensare di intrappolare tali informazioni nelle stesse modalità di sempre, proprio mentre si cerca di comprendere che è solo facendo un
passo avanti che è possibile aprirsi a nuovi scenari.


Ho personalmente tentato di leggere diversi libri sulle varie piattaforme o sul classico digital marketing, ma ho sempre riscontrato questi testi come obsoleti e poco interessanti.
Infatti, in questo libro non parleremo di strumenti che domani potrebbero già non essere più utili. Leggerai invece un saggio legato alla natura del marketing nel suo complesso.


Lo stesso marketing che oggi mantiene una struttura uguale a quella utilizzata nell’antico Western. Naturalmente in veste diversa, ma con la stessa azione di allora e con l’appoggio sugli stessi principi umani di vendita. 

 

È importante, inoltre, comprendere che tutte le
piattaforme moderne al servizio del marketing ruotano attorno a queste stesse strategie.
Quindi, per quanto mi riguarda, se domani mamma Facebook o un altro social che oggi ritieni importante dovessero chiudere, potremmo comunque continuare a utilizzare altre piattaforme utili per il nostro obiettivo, seguendo questi stessi principi.


E questo libro avrà sempre lo stesso valore, così com’è.